In corteo alla Stazione Termini per ricordare Modesta, la "santa" dei senza dimora.

"La storia di Modesta sarebbe stata presto dimenticata. Era una povera donna, indebolita dalla vita di strada, senza casa, senza famiglia: la sua vita sarebbe stata inghiottita nel buio insieme all’ingiustizia che aveva subito. A noi questa storia ci colpì particolarmente perché era un terribile esempio di come la mancanza di compassione può uccidere". 

E' la voce di Francesca Zuccari, responsabile della Comunità di Sant'Egidio per il servizio alle persone senza dimora, ad aprire il ricordo di Modesta, una donna di 71 anni che il 31 gennaio 1983 - esattamente trent'anni fa - moriva proprio lì, al binario 1 della Stazione Termini, senza ricevere i soccorsi necessari, perchè ritenuta troppo sporca.

Dopo trent'anni, grazie al ricordo tenace della Comunità di Sant'Egidio, siamo qui in tanti, qualche centinaio di persone, per un ricordo semplice e commosso: dalla biglietteria, un corteo silenzioso ha seguito una grande corona di fiori, che è stata deposta davanti ad un quadro dell'artista Ottavio Sgubin, che raffigura una donna povera, senza volto. E' lei, quella che ormai i senza dimora chiamano "Santa Modesta", come ricorda anche mons. Matteo Zuppi, vescovo ausiliare di Roma Centro.   

"Siamo grati a Modesta - conclude Francesca Zuccari - perché la sua memoria ci ha aiutato a non smettere mai di sentire l’urgenza di cambiare la condizione di tante persone che soffrono e a non rassegnarci di fronte all’indifferenza e agli ostacoli. Per questo dopo trent’anni siamo tornati qui. 
Conserveremo sempre la sua memoria perché ci aiuti a continuare a lottare per una città capace di prendersi cura di chi è debole e abbandonato".
Domani, nella basilica di Santa Maria in Trastevere, si celebra la prima delle liturgie in memoria di Modesta, in cui si ricorderanno i nomi di tutti coloro che, come lei, sono vissuti e morti per la strada a Roma. 


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