Va', dona la vita! Un libro sulle tre missionarie italiane uccise in Burundi

Nella notte tra il 7 e l'8 settembre 2014 tre religiose italiane, Olga Raschietti, Lucia Pulici e Bernadetta Boggian, vennero uccise nella loro casa alla periferia di Bujumbura, in Burundi. A due anni di distanza, il volume Va', dona la vita! Storia, parole, morte di tre missionarie saveriane in Burundi, a cura di T. Caffi, EMI, Bologna 2016, ne ricostruisce la vicenda umana, sintetizzata da una frase di Olga Raschietti: «Una missionaria muore volentieri nella sua terra di missione. E poi a me basta esserci, anche se non potrò fare tante cose». 
Pubblichiamo di seguito alcuni brani della prefazione di mons. Matteo Zuppi al volume: 
«Nel piccolo Paese "cuore dell’Africa" vi sono state testimonianze straordinarie di come la fede può aiutare a contrastare la logica della violenza, spezzandone la catena, seminando amore. [...] Non sappiamo, a due anni di distanza, se la morte violenta delle missionarie saveriane Olga Raschietti, Lucia Pulici e Bernardetta Boggian abbia a che fare con le tensioni che attraversavano il Paese. Gli impegni che erano stati presi di cercare gli assassini e di fare giustizia si sono del tutto arenati. Questo libro ci aiuta a comprendere la loro vita di missionarie, svoltasi sostanzialmente tra il Sud Kivu (Congo) e la capitale burundese. Tutta la zona è attraversata da una violenza che supera le frontiere e rappresenta un contagio pericolosissimo. La loro è la testimonianza di donne che hanno dato tutto quello che avevano, che sono rimaste per limitare i frutti amari della guerra e della divisione. [...] Appare evidente, in ogni pagina, che il tratto caratteristico del loro servizio missionario è stato la capacità di farsi uno con il popolo al quale sono state inviate. Si comprende solo in questa luce la scelta di ritornare in Africa, contro quanto potevano consigliare la salute e soprattutto l’età avanzata. Esse sono in realtà la testimonianza di una vita spesa fino alla fine, di una giovinezza del cuore, di una vecchiaia che non smette di avere sogni»

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