Tra Roma e Mosca la via dell'unità passa per la carità

L’incontro a L'Avana tra papa Francesco e il patriarca Kirill merita davvero la definizione di "storico". Con un abbraccio fraterno, un lungo colloquio e una dichiarazione comune che guarda al futuro, Francesco e Kirill si incamminano con decisione sulla via dell'unità. E' un cammino che tanti cattolici e ortodossi intendono percorrere, uniti dall'amore per i poveri. La carità infatti aiuta a superare incomprensioni e diffidenze reciproche, permettendo di trovare un terreno comune di collaborazione, sia con iniziative concrete di solidarietà sia a livello culturale. Quando si aiutano i poveri, non conta l'appartenenza confessionale. Ed emerge invece il patrimonio comune di fedeltà al Vangelo. Lo si vede, per esempio, nel pranzo di Natale con i senza dimora che la Comunità di Sant'Egidio di Mosca organizza ogni anno e che vede lavorare, fianco a fianco, volontari ortodossi e cattolici. Sono tante poi le iniziative che fanno crescere l'ecumenismo della carità. Sempre a Mosca, cinque anni fa, grazie alla sinergia tra Sant'Egidio, presente in Russia dagli anni '90, e l'Università ortodossa di San Tychon, ha aperto una facoltà di servizio sociale. La professoressa Irina Soloveva, testimone di questa collaborazione ecumenica, afferma: "L'esperienza dei cattolici ci ha svegliato e ispirato, perché nella nostra società la carità va insegnata".

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