Visitare i poveri fa bene al cuore

Riceviamo alla mail gliamicideipoveri@gmail.com e volentieri pubblichiamo:


Il "giro dei poveri" del giovedì sera è una cosa troppo bella. C'è posto per ogni regione d'Italia ed ogni età, le più disparate facoltà universitarie, i più diversi quartieri di Roma.
Si lasciano a casa problemi personali, ansie, angosce, gli esami da preparare, il lavoro da sbrigare, il fidanzato con cui litigare... Chi interrompe lo studio per un po', chi lascia un marito a casa, chi arriva trafelato dal lavoro, chi è già arrivato per preparare da mangiare. Ci si incontra tutti quanti, buste di cibo alla mano e via verso i luoghi dove ci aspettano i nostri amici senza dimora.
Loris, vecchio buontempone che non mangia nulla e non risparmia mai una battuta. I "fratelli", sempre incazzati con il mondo. Gheorghe, il nostro soprano preferito, da mille anni in Italia e ci parla ancora in romeno. Abib, un vulcano sempre in eruzione, con la polemica a portata di bocca ma dal cuore buono. Nino e la sua folkloristica napoletanità. Vincenzino, la sua cultura e la sua adorabile compagnia. La signora Maria, un'arte oratoria impeccabile e le filippiche contro tutti.
Ognuno con la sua storia, i suoi problemi, la difficoltà di farsi la doccia, i parenti in altri paesi o i figli a Roma affidati all'altro genitore, l'alcol, le malattie, i procedimenti penali a carico, la precarietà dell'alloggio, il lavoro che non c'è, la solitudine e l'abbandono, il freddo, le coperte, i guai, la pioggia, le bombole del gas, le medicine da comprare...
Il giovedì sera diventiamo tutti uguali: chi ha soldi e chi ne ha meno, chi ha capelli e chi li ha persi tutti, chi ha casa e chi dorme per strada, chi è astemio e chi ha problemi di alcolismo, chi ha famiglia e chi no, chi è italiano e chi è egiziano/rumeno/polacco/cubano, chi è sano di mente e chi è psicolabile, chi è tranquillo e chi è fumantino, chi mangia tanto e chi a stento tira due morsi ad un panino.
Il giovedì sera si demoliscono barriere e si coltivano amicizie, si ascoltano persone e si cercano soluzioni, si chiacchiera, si canta, si mangia spesso, si suona la chitarra, si litiga, ci si offende a volte, si perdona, si rimprovera chi sbaglia, ci si abbraccia, ci si capisce. Il giovedì sera ci si vuole bene. Il giovedì sera ci si accarezza l'anima a vicenda e il venerdì mattina ci si sveglia più sereni... magari perché Juba ha ringraziato del sorriso che le abbiamo portato oppure perché Abib si è fatto due risate invece di inveirci contro come di consueto. Il giovedì sera fa bene al cuore


Maria Laura Perrone

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