La chiave per l'integrazione? La lingua! Festa per i 30 anni della scuola di lingua e cultura italiana di Sant'Egidio

C'è Doina della Romania e Ashley dall'India, c'è Veronica dell'Ecuador ed Antony dalle Filippine, c'è Daniela che ha cominciato questa meravigliosa avventura, ci sono Claudia e Nico, giovani maestri, e Luciana che di anni ne ha tanti ma come maestra non la batte nessuno. Sono solo alcuni dei 1400 studenti immigrati e maestri italiani che riempiono il teatro Brancaccio a Roma per festeggiare insieme i 30 anni della scuola di lingua e cultura italiana della Comunità di Sant'Egidio. Ci sono le prime studentesse della scuola, allora giovani alunne capoverdiane oggi donne con figli grandi, studenti che hanno frequentato tanti anni fa e altri che hanno cominciato la scuola da poco, ci sono le delegazioni delle scuole di Milano, Napoli, Firenze, Novara e poi di Anversa, di Wuzburg, di Barcellona. Sono qui a rappresentare un popolo di 100mila studenti e di 120 nazionalità che in questi trent'anni hanno imparato la lingua con la Comunità di Sant'Egidio. La Comunità ha cominciato a voler bene agli stranieri ancor prima di conoscerli a partire dalla tragica morte di Ali Djama immigrato bruciato da giovani italiani mentre dormiva, avvolto nelle coperte, nel portico di Santa Maria della Pace, dietro Piazza Navona in pieno centro a Roma. Lo scandalo di quella morte assurda ha aperto gli occhi della Comunità sulla realtà degli immigrati del sud del mondo che cominciavano ad affacciarsi a Roma negli anni '80.
Andrea Riccardi ha ricostruito, insieme alle testimonianze di tanti studenti, la storia straordinaria di questi trent'anni, "l'intreccio delle nostre vite nella costruzione di un mondo nuovo". La risposta a quella morte è stata la scuola di lingua e cultura italiana. Scuola che ha donato a tante donne e uomini immigrati la chiave per aprire le porte del nostro paese; la chiave per per superare il dolore del distacco dai propri affetti, per non rimanere esclusi, per non sentirsi sempre estranei, in una parola chiave per l'integrazione ma anche per costruire insieme nella solidarietà la società di domani. Si chiede Andrea Riccardi: "qual è il segreto di questa scuola straordinaria? Un sorriso, la simpatia: lo spirito di Sant'Egidio non è mai contro qualcuno!" Ed è bella la definizione rivolta agli studenti :" voi siete l'ONU di trastevere!" perché riconosce negli stranieri un valore e non un pericolo da cui difendersi. 
Eccolo allora questo popolo che davvero rappresenta tutto il mondo, festeggiare con simpatia nei giardini di Piazza Vittorio la consegna dei diplomi. Sulle note della musica dei giovani per la pace con un occhio al ballo techno dei giovani filippini si scattano le foto coi diplomi e con i compagni di classe, si scrutano e si confrontano con aria soddisfatta i voti ricevuti già pensando che non ci si può fermare a quel "livello" e che bisogna continuare a studiare e a frequentare questi amici che sono anche la propria famiglia. 

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