Rom e sinti europei a convegno per parlare di ospitalità, alterità, civiltà del convivere


“L’Ospitalità del cuore: aprirsi al mistero dell’Altro”: questo il tema dell’incontro annuale del C.C.I.T. (Comité Catholique International pour les Tsigane) a cui ha partecipato una delegazione della Comunità di Sant’Egidio  dal 12 al 14 aprile, in Austria.
Il comitato è nato nel 1970 in Francia dall’intuizione di padre Andrè Barthélemy (Yoskha) e Leon ed Elisa Tambour del Belgio, che hanno cominciato a vivere un’esperienza di riflessione e di incontro con gli zingari. Il Comitato, riconosciuto dal Pontificio Consiglio Migranti e Itineranti, è legato da una profonda amicizia con la Comunità di Sant’Egidio fin dagli anni Ottanta.

All’incontro hanno partecipato laici, religiosi, Rom e Sinti di venti paesi europei.Si è svolto in un clima di grande amicizia e fraternità e diversi gruppi Rom e Sinti hanno animato le serate ed i momenti liturgici con la musica e con il canto. E’ stata l’occasione per riflettere sulla condizione dei Rom e dei Sinti in Europa ed in particolare in Austria con l’intervento di un rom austriaco che ha presentato un progetto per continuare a ricordare la storia dei rom e non perderne la memoria. E’ stata sicuramente l’occasione per riaffermare, come ha fatto Gilles Rebeche a conclusione del convegno, che “lo Spirito del Vangelo ci invita ad andare incontro, ad essere in movimento verso gli altri, lasciando le proprie cose, come il popolo dell’Esodo, aprendosi all’altro.”

L’incontro si è concluso con la preghiera in memoria del Porrajmos (l'olocausto del popolo rom ad opera dei nazisti) e di Ceija Stojka, donna Rom sopravvissuta ai campi di sterminio nazisti e grande amica della Comunità di Sant’Egidio.
 

Per approfondire: Ceija Stojka e Sant'Egidio


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